NON APPARIRE SU GOOGLE

Rimuovi informazioni personali dal motore di ricerca

ELIMINA RISULTATI PERSONALI GOOGLE
Cancella l’indicizzazione su Google

Sparire da Google

Nell’era digitale può accadere di vedere associato il proprio nome a contenuti diffusi in rete che risultano lesivi della propria reputazione e/o privacy. Per questo, sono in molti a chiedersi come non apparire su Google. Facendo riferimento alla normativa europea sulla privacy, in particolare alla GDPR, General Data Protection Regulation EU/2016, è possibile appellarsi al proprio diritto all’oblio per riuscire a rimuovere informazioni personali da Google e sparire dal motore di ricerca. Questo stesso diritto è stato anche riconosciuto dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in una sentenza del 2014. Farlo valere significa, nello specifico, riuscire a far deindicizzare un link dai risultati di ricerca Google. Scopriamo come. Partiamo dal presupposto che tecnicamente non è possibile “cancellarsi da Google”, poiché non si tratta di un social network dal quale ci si può disiscrivere. Far valere il proprio diritto all’oblio significa dunque riuscire a rimuovere una URL dai risultati di ricerca di Google. Deindicizzare una notizia da Google significa rimuovere la URL dagli indici di ricerca che vengono rilasciati per le ricerche effettuate inserendo nome e cognome della persona interessata (ed eventualmente altre parole chiave). 

Come raggiungere questo obiettivo? Bisogna presentare a Google una richiesta di cancellazione di tutte le URL che si intendono rimuovere. È opportuno precisare che eliminare un link da Google è possibile solo se le informazioni personali da cancellare sono obsolete, irrilevanti o lesive della sfera privata dell’interessato. Infatti, il diritto all’oblio non deve entrare in conflitto col diritto all’informazione. La richiesta si presenta tramite un modulo online da compilare con i propri dati, la motivazione della cancellazione ed una scansione del proprio documento di identità. Una volta inoltrata, si riceverà una e-mail di conferma e bisognerà attendere le valutazioni del motore di ricerca. Da tenere a mente che la richiesta verrà processata solo ed esclusivamente se il modulo viene compilato correttamente. Nel caso Google rifiuti di rimuovere i risultati di ricerca segnalati, è necessario rivolgersi all’ Autorità per la Protezione dei Dati Personali. Un’altra informazione da tenere a mente è che l’accoglimento della richiesta da parte di Google implica che le URL scompaiano dai risultati di ricerca di Google, ma per ottenere la cancellazione vera e propria del contenuto, è indispensabile contattare il titolare del sito web che lo ospita. Qualora si dovesse ricevere un rifiuto, è possibile tentare di agire per vie giudiziarie. Lo stesso discorso vale se si intende ottenere la rimozione di immagini da Google. Per diritto all’oblio, si intende letteralmente il diritto di ciascun individuo ad essere “dimenticato”. Nell’era digitale, ciò significa richiedere la rimozione di tutti quei link che rimandano ad un contenuto lesivo della reputazione e/o privacy del soggetto in questione. Nello specifico, si parla di deindicizzazione dei link da parte del motore di ricerca. Come esercitare il diritto all’oblio? Ecco tutte le informazioni indispensabili. 

Innanzitutto, quali sono i riferimenti giuridici del diritto all’oblio?


Sicuramente la sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 2014 (v. Corte Giustizia Europea, C-131/12 del 13 maggio 2014) con la quale la Corte UE ha imposto a Google di deindicizzare determinati contenuti che ledevano la sfera privata di un cittadino europeo di origine spagnola. I tribunali italiani e la Suprema Corte di Cassazione si sono attenute alla giurisprudenza della Corte UE, riconoscendo il diritto all’oblio. A pronunciarsi favorevolmente è stato anche il Garante della Privacy. Una vera e propria disciplina del diritto all’oblio si è raggiunta con un regolamento europeo, nello specifico con l’art. 17 del GDPR, il Regolamento Generale sulla protezione dei dati personali, entrato ufficialmente in vigore in tutti i Paesi Membri UE nel maggio 2018. 

La nuova normativa ha imposto a Google un adeguamento in materia di diritto all’oblio. Concretamente, il significato del GDPR per l’esercizio del diritto all’oblio si manifesta nella possibilità di presentare a Google una richiesta indicando le URL dei contenuti che si vogliono far rimuovere. Si tratta quindi di chiedere a Google di deindicizzare determinati link dai suoi risultati di ricerca. Questo significa che se un utente ricerca il nostro nome e cognome (con eventuali parole chiave aggiuntive) su Google, il motore di ricerca non gli proporrà i link di cui abbiamo chiesto la rimozione. La richiesta per cancellare i dati personali su Google si presenta tramite modulo debitamente compilato, che includa la firma digitale del richiedente ed una scansione del documento di identità. 

Una volta compreso come fare ad esercitare il proprio diritto all’oblio, è necessario però ricordare che l’esercizio di tale diritto non deve essere in conflitto col diritto all’informazione o al diritto di cronaca. Affinché se ne possa richiedere la rimozione, un contenuto deve risultare ormai obsoleto e non deve essere di interesse pubblico. Ulteriore precisazione riguarda il fatto che il motore di ricerca si limita ad ospitare i siti web e che dunque Google non è proprietario delle URL che si desiderano rimuovere. Esse appartengono invece al proprietario del sito web in questione. Google può quindi deindicizzare un link, ma per ottenere la cancellazione completa del contenuto è necessario rivolgersi al titolare del sito web su cui esso è pubblicato.

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