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Diritto alla Cancellazione dei Dati su Internet

Internet è una miniera infinita di informazioni, se si inseriscono le giuste parole chiave nel motore di ricerca si può avere accesso a tutti i tipi di notizie. Il problema al giorno d’oggi è proprio questo, non si ha più alcun tipo di privacy, basta un fatto notiziabile e subito si è al centro dell’attenzione del mondo del web. Questo peggiora in modo ulteriore se la notizia parla di un qualche reato che è stato commesso, in tal caso si è bollati a vita come criminali, pur avendo scontato la condanna rendendosi conto dei propri errori. Non si ha quindi la possibilità di ricominciare una nuova vita, ma dal 25 Maggio 2018 c’è una soluzione a questo problema. In questa data è entrato in vigore il nuovo regolamento in materia di protezione dei dati personali, GDPR (general data protection regulation). Nell’articolo 17 di questo regolamento si fa riferimento al diritto alla cancellazione o “diritto all’oblio”, ossia il diritto di ottenere la deindicizzazione di un link relativo ad una notizia che però non è più attuale. Questo diritto si contrappone al diritto di cronaca, ossia il diritto di rendere una notizia di dominio pubblico. 

Secondo l’articolo 17 l’interessato può ottenere la deindicizzazione nei seguenti casi:

  • i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o altrimenti trattati;
  • l'interessato revoca il consenso su cui si basa il trattamento, se non esiste alcun altro motivo legittimo per il trattamento;
  • l'interessato si oppone al trattamento e non sussiste alcun ulteriore motivo legittimo per procedere il trattamento;
  • i dati personali sono stati trattati illecitamente;
  • i dati personali devono essere cancellati per adempiere un obbligo legale previsto dal diritto dell'Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento;
  • i dati personali sono stati raccolti relativamente all'offerta di servizi della società dell'informazione ai minori.

In questi casi il titolare del sito è obbligato alla cancellazione dei dati ed inoltre è tenuto ad informare tutti gli altri titolari che li stanno utilizzando. Per richiedere invece la deindicizzazione a Google c’è un’apposita pagina all’interno della quale vi sono numerosi campi da compilare. Ci si può poi rivolgere direttamente al titolare del sito, ma in questi casi è sempre meglio fare riferimento ad un avvocato, poiché il titolare potrebbe essere restio ad eliminare la notizia, pur non avendo ragioni valide per non farlo. Qualora né Google né il titolare accogliessero la richiesta ci si può rivolgere al Garante privacy.

Diritto alla cancellazione dei dati personali da Google

Conoscere il diritto alla cancellazione dei dati personali GDPR è importante sia per coloro che gestiscono un sito web, sia per gli utenti che si limitano a navigare in rete. Nel primo caso ci si trova di fronte alla necessità di gestire nella maniera più corretta le informazioni personali degli utenti ed anche di essere pronti a soddisfare le loro richieste nel rispetto della nuova normativa europea.

Nel secondo caso torna utile avere conoscenze a riguardo per essere consapevoli dei propri diritti e per sapere come muoversi nel caso in cui si dovesse avere la necessità di applicare il proprio diritto alla cancellazione dei dati personali GDPR.

Articolo 17 GDPR: cosa dice?

La GDPR, ovvero la General Data Protection Regulation, ha introdotto le nuove norme europee per la gestione delle informazioni personali e della privacy. Si tratta di un regolamento che tutti gli stati dell’Unione Europea sono tenuti a rispettare e che quindi ha cambiato il modo di confrontarsi con la gestione delle informazioni degli utenti.

Per parlare del diritto alla cancellazione dei dati personali GDPR è utile fare riferimento in particolare all’articolo 17 di questo nuovo regolamento. L’articolo citato definisce quali sono i casi in cui è possibile chiedere che i dati personali vengano rimossi dal web.

In particolare il diretto interessato, in qualità di titolare dei dati, può chiedere a chi si occupa del trattamento degli stessi che i dati siano cancellati quando non sono più necessari alle finalità per le quali erano stati in precedenza raccolti, sono stati raccolti senza il consenso, non si vuole più concedere il consenso al trattamento, vi è un obbligo legale di eliminazione delle informazioni, i dati sono impiegati per finalità diverse da quelle per cui si era dato il consenso.

Il gestore dei dati è tenuto a prendere in considerazione la richiesta del titolare degli stessi e capire se sussistono o meno le condizioni per l’applicazione del diritto alla cancellazione dei dati personali. Non tutte le richieste sono accettate e di seguito vediamo quali sono le condizioni in cui la richiesta di rimozione delle informazioni non va a buon fine, condizioni descritte ancora una volta dall’articolo 17. 

Interesse pubblico ed interesse privato: questione di equilibrio

Lo stesso articolo 17, nello specifico il comma II, definisce però anche quali sono i casi in cui il diritto alla cancellazione non viene applicato. Non tutte le richieste di cancellazione dei dati personali possono infatti essere considerate lecite e la rimozione avviene solo in quelle condizioni che rispettano appieno quanto stabilito dalle nuove leggi sulla privacy europee.

Ciò che bisogna capire è che deve esistere un equilibrio tra interesse pubblico e privato, il che significa che l’interesse del singolo non deve prevalere sull’interesse pubblico alla sanità e che non ci si può dimenticare del diritto di cronaca e della libertà di espressione. Interessi o diritti di rango superiore possono dunque prevalere sul diritto del titolare delle informazioni e portare ad una respinta della sua richiesta di applicazione del diritto alla cancellazione dei dati personali GDPR.

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